Il cielo sopra Berlino

2 – 17 Dicembre 2019

Berlino, anni ottanta. Due angeli chiamati Damiel e Cassiel vagano nella città come entità: sono invisibili e impercettibili dalla popolazione e in questa condizione osservano i berlinesi e ascoltano i pensieri dei passanti, tra i quali una donna incinta, un pittore, un uomo che pensa alla sua ex ragazza. Il loro motivo di vita non è lo svolgimento della stereotipata funzione dell’angelo ma piuttosto quello di vedere, memorizzare e preservare la realtà. Il film non è solo la storia di due angeli ma più in generale è una riflessione sul passato, presente e futuro di Berlino. Damiel e Cassiel sono sempre stati angeli quindi hanno vissuto Berlino prima ancora che questa fosse una città e, anzi, prima ancora che nascesse il genere umano.

Tra i molti berlinesi che incontrano nel loro girovagare c’è un uomo anziano di nome Homer, che come il poeta greco Omero sogna un’epica della pace. L’angelo Cassiel segue l’uomo anziano che cerca la Potsdamer Platz, una piazza che prima della Seconda guerra mondiale era una delle più belle d’Europa. Al suo posto l’uomo trova una spianata incolta, una specie di terra di nessuno, e il Muro di Berlino coperto di graffiti. Damiel e Cassiel sono solo osservatori, incapaci d’interazioni con il mondo fisico.

Nonostante ciò Damiel, percorrendo la città, finisce per arrivare in un circo dove vede Marion, una trapezista bella e brava che si sente molto sola, e finisce per innamorarsene. Marion vive sola in un camper del circo, balla da sola sulla musica dei Crime & The City Solution, e percorre sola la città. Una storia secondaria del film segue Peter Falk che nel film interpreta se stesso. Falk arriva a Berlino per girare un film sui nazisti e durante la storia si scopre che in passato era anch’egli un angelo, che aveva deciso di rinunciare alla sua immortalità per poter partecipare e vivere il mondo e non semplicemente osservarlo.

Damiel, dopo un breve incontro con Falk, decide di diventare umano e abbandona la sua esistenza spirituale. La prima cosa che Damiel sperimenta sono il sangue e il dolore: durante la caduta dall’immortalità si era ferito alla testa. Damiel per la prima volta vede i colori: l’esperienza da angelo nel film è rappresentata in bianco e nero, e le uniche note di colore fino a quel momento vengono utilizzate dal regista proprio per rappresentare l’allontanamento di Damiel dalla scena. Come umano Damiel sperimenta il caffè caldo, il cibo e altre esperienze della vita quotidiana. Nello stesso periodo Cassiel assiste impotente agli ultimi istanti di vita di un ragazzo che, disilluso della vita, si suicida lanciandosi da un palazzo.

Alla fine Damiel incontra Marion durante un concerto di Nick Cave e lei gli parla come se si conoscessero da sempre. Il film si conclude con Marion che esegue il suo numero, volteggia come un angelo con Damiel che la assiste. La storia continua in Così lontano così vicino, prodotto da Wenders nel 1993.

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